HEILIGENBLUT IN ESTATE
Appartamenti per le vacanze a Heiligenblut – ai piedi del monte Großglockner
Lo Chalet ALPIN e i suoi esclusivi appartamenti sono situati in una zona centrale e molto tranquilla della incontaminata cittadina di Heiligenblut. La località di Heiligenblut offre tutto quello che vi aspettate da una ridente località montata: tranquillità, genuinità e ospitalità. Queste caratteristiche la rendono una perfetta località di vacanza e allo stesso tempo un famoso paesino di montagna. La sua storia ricca di tradizione e la posizione idillica, lontana dallo stress cittadino, sono la cornice perfetta per una vacanza rilassante. Sentitevi i benvenuti!
UN DIPINTO
Una vacanza a Heiligenblut significa rivivere l´atmosfera di quella cartolina che ognuno di noi ha in mente quando pensa al paesaggio montano austriaco.
Si tratta della famosa vista su quel borgo di montagna con al centro una chiesa in stile tardo-gotico e tutt’attorno masi che colorano il panorama mozzafiato. A dominare questa località montana ci sono le maestose vette ricoperte dai ghiacciai del monte Großglockner.
Heiligenblut al Großglockner è molto di più di una semplice immagine da fotografare e incorniciare. Avventuratevi all´interno del parco nazionale Alti Tauri partendo dal comune di Glocknerdorf, e lasciatevi incantare dalla mito di questa montagna.
UN GIOIELLO NATURALE
Nessuna vetta austriaca arriva così in alto come quella del monte Großglockner, che con i suoi 3.798 arriva quasi a sfiorare il cielo. Ma il suo fascino non é dato esclusivamente dalla sua cima: tutto intorno ruota un vero e proprio paradiso naturale. Un cerchio bianco di ghiacci brilla al sole estivo, mentre le acque di scioglimento dei ghiacciai creano dei laghetti montani dal color turchese, tanto spettacolari da sembrare delle vere gemme incostante nella pietra.
I torrenti impetuosi si riversano con veemenza sulla roccia, trasformandosi in cascate scroscianti e facendosi strada fino alla vallata tra gole impenetrabili. Il potere dell’acqua é impressionante. Accanto alle cascate fioriscono i prati e il verde dei boschi di montagna regna sovrano.
Heiligenblut: un grande nome per una grande storia
Secondo la leggenda il principe danese Briccius fu sorpreso da una valanga attorno al 914, proprio quando si trovava sulla via del ritorno da Costantinopoli. Al piede aveva una vecchia ferita di guerra, dove si era fatto impiantare una fialetta contenente il sangue di una croce, che lo avrebbe dovuto proteggere dai soldati ottomani.
La leggenda racconta che sotto la neve erano spuntante tre spighe, le quali permisero ai contadini di scoprire il cadavere del principe. Quando i contadini decisero di esumare la salma del principe Briccius, videro la sua gamba sporgere dalla terra. Le indagini che ne seguirono portarono al ritrovamento della fiala nella gamba del nobile.
Sin dal 1491 la fiale viene conservata nella chiesa di San Vincenzo. Il comune prende il nome da questa leggenda.
Heiligenblut am Großglockner ist aber viel mehr als ein weltberühmtes Fotomotiv! Ausgehend vom Glocknerdorf wartet der anmutige Erlebnisraum des Nationalparks Hohe Tauern darauf entdeckt zu werden, wobei der Mythos des Großglockners stets allgegenwärtig ist!
EIN NATURJUWEL
Mit 3.798 m erhebt in Österreich kein Berggipfel sein Haupt so hoch in den Himmel wie der Großglockner. Doch es ist nicht nur der Gipfel selber, der seinen Charme hat. Rund um sein erhabenes Antlitz herum erstreckt sich ein wahres Paradies der Natur. Ein weißer Ring von Gletscherfelder glänzt in der Sommersonne, deren Schmelzwasser bildet türkisblaue Bergseen, die wie Edelsteine in einsamen Bergkesseln liegen.
Ungezähmte Gletscherbäche stürzen über mächtige Felsvorsprünge, werden zu tosenden Wasserfällen und graben sich ihren Weg durch wilde Schluchten gen Tal. Doch unbeeindruckt von dieser Rohgewalt breiten sich gleich angrenzend, duftende Blumenmeere von Almwiesen und saftig grüne Bergwälder aus.
Heiligenblut: Ein großer Name – eine große Geschichte
Der Legende nach, war einst ein dänischer Prinz mit dem Namens Briccius, um 914 auf dem Rückweg von Konstantinopel bei der Tauernüberschreitung von einer Lawine verschüttet worden. Er hatte sich in einer alten Kriegsverletzung am Fuß ein Fläschchen mit dem Blut aus einem Kruzifix einwachsen lassen, um dieses vor Soldaten des Osmanischen Kaisers zu schützen.
Wie die Sage erzählt, sollen aus den Schneemaßen, unter denen dieser verschüttet war, drei Ähren herausgewachsen sein, wodurch sein Leichnam von Bauern gefunden worden wäre. Als die Bauern Briccius bestatten wollten, habe nach wenigen Tagen sein Bein wieder aus der Erde herausgeragt. Als man der Sache auf den Grund ging, fand man der Überlieferung nach dieses Fläschchen in der Wade Briccius.
Das Fläschchen wird seither im Sakramentshaus, der im Jahr 1491 fertiggestellten Kirche des Heiligen Vinzenz aufbewahrt. Der Name der Gemeinde leitet sich daher von dieser Sage ab.